Chi Sono?
Tutto iniziò quando mio padre decise, incauto!, di insegnarmi a leggere. Così, a soli cinque anni, il mio destino fu segnato.
Leggevo fumetti, libri, riviste, giornali… qualunque cosa, a qualunque ora. Riducendomi, quando mi fu proibito di leggere a tavola, a fissare affascinata le etichette dell'acqua minerale. Per poi, la sera infilarmi sotto le coperte con un libro e la lampada presa dal comodino, e leggere finché non solo mi bruciavano gli occhi, ma la lampadina bruciacchiava il lenzuolo.
E non basta. Lo confesso: di tanto in tanto rubacchiavo gli spiccioli che mio padre dimenticava (apposta?) nelle tasche e li usavo per comprare fumetti o - dopo averne messo da parte un bel po' - libri (vabbè, ogni tanto ci scappava pure una stecca di cioccolata). La giusta punizione non tardò ad arrivare: oltre a brufoli vari (la cioccolata non perdona), mi ritrovai sul naso il primo paio di occhiali.
Avrei dovuto imparare la lezione, dite? Ri-macchè! Nuove malefatte erano in arrivo.
Dopo un po' mio padre decise che i 'suoi' libri non erano adatti a una sia pure occhialuta dodicenne e li mise sottochiave. A tutt'oggi ignoro se in realtà fosse un piano astutissimo per rendermi ancor più libro-dipendente, ma di sicuro ebbe l'effetto opposto a quello in apparenza desiderato. In breve diventai un'abilissima scassinatrice e mi immersi a capofitto nei libri e nei mondi di Steinbeck, Faulkner, Hemingway, Hugo, Gadda, Miller…
E ora la mia carriera criminale, iniziata a Taranto tanti anni fa, dopo avermi portata a Firenze, mi ha fatta approdare su un'isola a lungo considerata terra di esilio e di confino: la Sardegna. Ma per me terra di magia, dove miti e sogni hanno lasciato la loro impronta sui campi e sulle pietre, e il maestrale curva gli alberi e racconta innumerevoli storie. Per la precisione vivo a Santu Lussurgiu, un paese annidato nel cratere di un antico vulcano, in compagnia di due gatti pestiferi e un marito paziente. E sapete una cosa? Continuo a leggere, e di tanto in tanto anche a scrivere, senza provare il minimo rimorso per il mio passato criminale!
Leggevo fumetti, libri, riviste, giornali… qualunque cosa, a qualunque ora. Riducendomi, quando mi fu proibito di leggere a tavola, a fissare affascinata le etichette dell'acqua minerale. Per poi, la sera infilarmi sotto le coperte con un libro e la lampada presa dal comodino, e leggere finché non solo mi bruciavano gli occhi, ma la lampadina bruciacchiava il lenzuolo.
E non basta. Lo confesso: di tanto in tanto rubacchiavo gli spiccioli che mio padre dimenticava (apposta?) nelle tasche e li usavo per comprare fumetti o - dopo averne messo da parte un bel po' - libri (vabbè, ogni tanto ci scappava pure una stecca di cioccolata). La giusta punizione non tardò ad arrivare: oltre a brufoli vari (la cioccolata non perdona), mi ritrovai sul naso il primo paio di occhiali.
Avrei dovuto imparare la lezione, dite? Ri-macchè! Nuove malefatte erano in arrivo.
Dopo un po' mio padre decise che i 'suoi' libri non erano adatti a una sia pure occhialuta dodicenne e li mise sottochiave. A tutt'oggi ignoro se in realtà fosse un piano astutissimo per rendermi ancor più libro-dipendente, ma di sicuro ebbe l'effetto opposto a quello in apparenza desiderato. In breve diventai un'abilissima scassinatrice e mi immersi a capofitto nei libri e nei mondi di Steinbeck, Faulkner, Hemingway, Hugo, Gadda, Miller…
E ora la mia carriera criminale, iniziata a Taranto tanti anni fa, dopo avermi portata a Firenze, mi ha fatta approdare su un'isola a lungo considerata terra di esilio e di confino: la Sardegna. Ma per me terra di magia, dove miti e sogni hanno lasciato la loro impronta sui campi e sulle pietre, e il maestrale curva gli alberi e racconta innumerevoli storie. Per la precisione vivo a Santu Lussurgiu, un paese annidato nel cratere di un antico vulcano, in compagnia di due gatti pestiferi e un marito paziente. E sapete una cosa? Continuo a leggere, e di tanto in tanto anche a scrivere, senza provare il minimo rimorso per il mio passato criminale!